REversibilità, arrivano nuovi tagli

inpsSempre più difficile per chi dei due coniugi resta in vita riscuotere una pensione di reversibilità con una rata di misura decente. Non basta il taglio iniziale della pensione rispetto a quella riscossa dal defunto o a quella cui avrebbe avuto diritto il lavoratore in servizio (taglio secco del 40% per cui la pensione viene per così dire ereditata dal coniuge nella misura del 60%). La legge ha introdotto altri tre tagli che scattano a determinate condizioni e che rendono la pensione ancora più modesta. Questi ulteriori tagli sono applicati nei casi in cui il titolare del diritto ha un reddito personale superiore a determinati tetti che si modificano ogni anno in base alle variazioni percentuali che determinano la perequazione delle pensioni (ex scala mobile). Quest’anno la vedova (in genere si tratta di donne, dal momento che la durata della vita è più benigna nei loro confronti) si vede ridurre la pensione con un colpo di mannaia che va dal 25% al 50% di quanto ha diritto, se il reddito supera il limite annuo lordo di 19.573,71 euro (circa 1.300-1.500 euro netti al mese). In questa ipotesi Inps opera tre tagli: a) del 25% se il reddito è compreso tra 19.573,72 euro e 26.098,28 euro; b) del 40% se il reddito è compreso tra 26.098,29 euro e 32.622,85 euro; c) del 50% se supera anche questa ultima cifra. Ricordiamoci che siamo partiti da una pensione già al 60%, per cui gli ulteriori tagli portano la pensione della vedova a essere, rispetto a quella del defunto, pari al 45%, quindi al 36% e infine al 30%. Per renderci meglio conto della “decapitazione” della pensione formuliamo un esempio partendo dalla rendita del defunto pari a 1.600 euro lordi al mese. La pensione ai superstiti della vedova scende immediatamente a 960 euro e se la titolare ha redditi propri inseriti nelle tre fasce sopra indicate la rata mensile precipita rispettivamente a 720 euro, a 576 euro e si arena a 480 euro. Nessun taglio se contitolare della pensione è anche un figlio. In questo caso la legge chiude un occhio sui redditi della vedova e consente il pagamento pieno spettante per legge (60% alla vedova 20% al figlio 20% all’eventuale secondo figlio, fino al tetto massimo del 100%). Ma nel momento in cui il figlio o i figli “escono” dalla pensione ( esempio: perché hanno superato la minore età, oppure hanno terminato gli studi, ovvero non sono più inabili) l’Inps si ripresenta con la mannaia e inizia a tagliare. Gruppi di vedove si sono costituiti nel corso degli anni per protestare e spingere il Parlamento a eliminare i tagli. Molti disegni di legge sono stati presentati in proposito. Nulla da fare: la Corte costituzionale ha confermato la piena legittimità della legge Dini dal 1995.