Spese di mantenimento figli

imageIl diritto al rimborso delle spese effettuate per il mantenimento del figlio, opera dal riconoscimento da parte del genitore obbligato, o dalla dichiarazione giudiziale di paternità o maternità. Lo ha sancito la Corte Costituzionale, con la sentenza 9059 depositata il 7 aprile. Al centro della vicenda, la guerra a colpi di carte bollate tra due genitori, per il sostentamento della primogenita nata nel 1971, ma riconosciuta dal padre soltanto nel 2003. In prima battuta il Tribunale di Pescara condannava il padre al rimborso pro-quota di quanto versato dalla donna. In seguito a una ulteriore istruzione, lo stesso Tribunale quantificava il risarcimento in 195 mila euro, a titolo di rimborso. La Corte di appello, infine, cui si sono rivolti entrambi – l’uno per chiedere di ridurre la cifra, escludendo il cumulo tra rivalutazione e interessi; l’altra, al contrario, per chiedere un rimborso superiore – ridefiniva la cifra in 120mila euro. Tanto la madre, quanto il padre si sono rivolti ai giudici di Cassazione, i quali, però, hanno respinto entrambi i ricorsi. La sentenza 9059 della Cassazione «L’obbligo dei genitori di mantenere i figli sussiste per il fatto di averli generati e prescinde da ogni domanda proposta, essendo sorto fin dalla nascita il diritto del figlio ad essere mantenuto, istruito ed educato nei confronti di entrambi i genitori», è l’orientamento consolidato rilanciato nella sentenza. «Quello dei due che ritarda il riconoscimento, o che obbliga l’altro, in rappresentanza del figlio, a chiedere la dichiarazione giudiziale, non può allegare a proprio vantaggio il ritardo stesso». Così i giudici della Suprema Corte definiscono corretta la scelta, operata dalla Corte di appello, di procedere a una devalutazione della quota dovuta a titolo di rimborsi su quei 32 anni in cui il padre era stato latitante. Il conteggio è stato effettuato indicando un valore annuo medio, che tenesse conto del buon tenore di vita assicurato dalla donna alla figlia, sebbene in una città di provincia, Chieti, in cui il costo della vita non è eccessivamente alto.