Ape costi massimi

Immagine correlataL’anticipo pensionistico Ape, che permetterà ai lavoratori di andare in pensione a 63 anni, partirà il 1° maggio 2017. Il decreto attuativo dell’Ape è stato chiuso e sarebbe ormai pronto per le revisioni finali degli organi competenti. In attesa della firma e della pubblicazione ufficiale, appare ormai quasi certo che la rata di restituzione del prestito non potrà superare il 15% dell’assegno di pensione. Potranno usufruire dell’Ape volontaria, come previsto dalla Legge di Bilancio 2017, i lavoratori dipendenti e gli autonomi iscritti alla gestione separata che possiedano almeno 20 anni di contributi. Tali lavoratori avranno la possibilità di andare in pensione anticipata a 63 anni, e quindi fino a un massimo di 3 anni e 7 mesi prima il normale pensionamento. Nella pratica  l’Ape consiste nell’anticipo da parte delle banche dell’importo pensionistico che manca al raggiungimento della pensione di vecchiaia; la somma anticipata dovrà poi essere restituita a rate nell’arco di 20 anni, sotto la forma di trattenute mensili sull’assegno pensionistico. Passati i venti anni, l’assegno tornerà a essere percepito nella sua interezza. La notizia più importante di questi giorni riguarda il costo complessivo delle rate dell’Ape. Stando a quanto è trapelato dal Governo, le rate da pagare non potranno essere in nessun caso superiori al 15% dell’importo della pensione. Questo per evitare il rischio di sovraindebitamento dei futuri pensionati, che sarebbe troppo alto nel caso di trattenute mensili maggiori del 15%. È proprio a causa di queste considerazioni che l’anticipo massimo che sarà possibile concedere al lavoratore non sarà mai pari al 100% della pensione maturata, ma al 90% nel caso di richiesta per un anno, all’85% in caso di anticipo di due anni e all’80% nel caso di richiesta triennale (e quindi di pensione a 63 anni). Sarà possibile concedere l’Ape solo a chi maturerà una pensione di vecchiaia pari ad almeno 1,4 volte il minimo Inps, ossia 702,65 euro. Per evitare problemi, il Governo sta addirittura pensando di stabilire che tale limite dovrà essere al netto delle rate di restituzione. Un’altra idea è quella di aggiungere al limite dell’Ape al 15% della rata della pensione anche un’ulteriore soglia nel caso in cui il lavoratore abbia in corso altri prestiti. In questo caso, si parla di una percentuale massima totale, tenendo in conto tutte le rate di restituzione oltre all’Ape, del 30% della futura pensione. Un’importante conferma riguarda anche la possibilità di svolgere attività lavorativa dopo aver richiesto l’Ape volontaria. A differenza di quanto avverrà con l’Ape sociale, il contribuente potrà continuare a lavorare dopo aver richiesto l’anticipo per percepire nuovo stipendio e soprattutto per ammortizzare il costo delle rate. I nuovi contributi che si percepiranno continuando a lavorare (ad esempio trasformando un contratto a tempo pieno in part-time) serviranno infatti ad aumentare l’importo della pensione. Questo vuol dire, è importante notare, che un contribuente che al momento della richiesta dell’Ape avrà maturato una pensione di poco inferiore alla soglia di 1,4 volte il minimo potrà comunque richiedere l’anticipo se riuscirà a maturare contributi tali da portare il futuro importo pensionistico al di sopra del limite consentito.