Medico penalmente responsabile

Nuovo_archivio_sentenze_0Aveva un’allergia documentata ai farmaci beta-lattamici, ma i medici che la operarono alla cataratta, pur essendone messi al corrente, le somministrarono un antibiotico assimilabile a tale tipologia di medicinali. Era il marzo del 2006 e inizialmente sembrava non essersi verificata alcun tipo di reazione. Otto mesi dopo, tuttavia, la donna, una 75enne elbana, si sottopose a un intervento all’altro occhio ma questa volta, quindici minuti dopo che le venne somministrato lo stesso farmaco, ebbe un malore e morì. L’autopsia confermò come causa del decesso uno shock anafilattico e nel successivo dibattimento penale di primo grado, il medico che le aveva somministrato il farmaco venne rinviato a giudizio e condannato a un anno di reclusione, nonostante un collegio di periti, in contrapposizione alle conclusioni del medico legale, avesse attribuito il decesso improvviso a “fattori patologici preesistenti”. Il camice bianco è quindi ricorso in appello e la prima udienza è stata fissata a pochi mesi dalla prescrizione del reato che, dati i tempi giuridici, è risultata inevitabile. La Corte di secondo grado, tuttavia, su richiesta della legale della famiglia dell’anziana signora, ha nominato un collegio di periti che ha confermato come causa del decesso lo shock anafilattico determinato dall’utilizzo del farmaco somministrato. I Giudici d’appello, quindi, a gennaio 2017 hanno emesso la sentenza, le cui motivazioni sono state rese note nei giorni scorsi. Pur prendendo atto della avvenuta prescrizione del reato, la Corte, come riporta la stampa locale, ha parlato nelle sue conclusioni di “imperizia, imprudenza e negligenza” da parte del medico, che di questo “deve ritenersi penalmente responsabile”, lasciando aperta per la famiglia la possibilità di ottenere un congruo risarcimento danni in sede civile.