Condominio: come ripartire nella Fase 2

Condominio come ripartire nella Fase 2? Le proposte

Per l’ANAMMI, l’Associazione Nazionale Amministratori d’Immobili, bisogna ripartire dal condominio per far ripartire l’Italia.in vista della “Fase 2”. Secondo l’associazione il blocco della attività produttive sta già
producendo un primo contraccolpo negativo: l’aumento della morosità condominiale, che potrebbe crescere di almeno il 10%.

In Italia, il 60% della popolazione vive in condominio: secondo l’ANAMMI, questo dato è essenziale per
progettare la ripartenza. “Come categoria, non chiediamo fondi, ma di lavorare in sicurezza, è necessario far ripartire i cantieri, non soltanto delle grandi aziende, ma anche quelli medio-piccoli, legati alla manutenzione ordinaria e alle ristrutturazioni condominiali” dice il presidente dell’associazione.

Per questa ragione, l’Associazione rilancia sul “bonus facciate”, agevolazione che, a causa della pandemia, potrebbe saltare. Il bonus prevede infatti una serie di passaggi e di adempimenti che il blocco delle assemblee condominiali ha praticamente fermato, mettendo in forse i tempi delle ristrutturazioni. Inoltre per avviare l’iter occorre la delibera dell’assemblea condominiale con il voto della maggioranza degli intervenuti all’assemblea e la metà del valore dell’edificio, ovvero 500 millesimi. Essendo ferme le assemblee fino a data da destinarsi, l’intero processo decisionale è bloccato. Se si considera che, al fine di documentare gli esborsi, entro dicembre è necessario aver effettuato i pagamenti dei lavori, il timore che la detrazione sia impossibile da realizzare è forte.

L’Associazione, in questi giorni, ha già definito alcune raccomandazioni per i suoi oltre 13mila iscritti, cercando di sostenere gli associati nelle scelte quotidiane. “Ai nostri soci – conclude il presidente dell’ANAMMI – raccomandiamo di agire in scienza e coscienza, seguendo le regole professionali e le leggi vigenti. Del resto, laddove ci sia bisogno di interventi urgenti, l’amministratore può agire senza assenso preventivo”. Gli stessi condòmini potranno poi ratificarne l’operato in un’assemblea tradizionale.