Congedo di paternità

baby-feet-1527456_1920Tutti i papà italiani hanno diritto a due giorni di astensione dal lavoro per stare con i propri figli appena nati. Pochi però lo sanno e solo due padri su dieci lo utilizzano, eppure il congedo di paternità obbligatorio è un diritto riconosciuto dal che nostro Paese, che può essere utilizzato anche se la madre sta già utilizzando il suo periodo di maternità. Per i padri la legge prevede, per il 2017, due giorni di assenza dal lavoro retribuiti al 100% da sfruttare entro i primi 5 mesi di vita del bimbo. Il congedo può essere utilizzato anche in giorni non consecutivi e sarà concesso anche ai genitori che adottano un minore (in questo caso i cinque mesi verranno calcolati dal momento in cui il piccolo entra in famiglia). Dal 2018 invece i giorni di congedo diventeranno quattro, sempre a stipendio pieno. Al congedo obbligatorio si aggiunge poi un giorno di congedo facoltativo che i papà possono utilizzare in giorni diversi dal congedo di maternità. Il congedo di paternità viene, di solito, anticipato dal datore di lavoro e successivamente “rimborsato” dall’Inps. La domanda dovrà quindi essere presentata per iscritto al proprio titolare. Possono stare a casa dal lavoro per accudire il proprio neonato tutti i padri lavoratori dipendenti, compresi i lavoratori in cassa integrazione e in mobilità e quelli che percepiscono le indennità di disoccupazione Asp e mini Asp. Non è invece ancora chiaro se possono sfruttare questo diritto anche i dipendenti della pubblica amministrazione. L’Inps, in una nota, ha consigliato loro di rivolgersi ai propri delegati sindacali per avere chiarimenti. Se siete dipendenti di studi professionali una nota di Confprofessioni ha chiarito che i lavoratori che rientrano in questa categoria e che vogliono utilizzare il proprio congedo di paternità, devono in ogni caso garantire allo studio almeno “quattro ore giornaliere di attività lavorativa”