Cos’è la pensione di inabilità o invalidità civile

La legge italiana considera invalidi civili tutti i cittadini affetti da minorazioni acquisite o congenite, anche di tipo progressivo, che abbiano subito una riduzione permanente della capacità lavorativa non al di sotto di un terzo.

L’invalidità è definita civile nei casi in cui non è derivante da motivi di guerra, lavoro o servizio ed è espressa in percentuale secondo la gravità delle patologie.

La legge prevede differenti gradi di invalidità e sostegni, così suddivisi:

  • Fino al 33%: non sono previsti benefici
  • Dal 46%: iscrizione nelle liste speciali di Collocamento riservate agli invalidi
  • Dal 67%: esenzione dal ticket sanitario
  • Dal 74% al 99%: assegno di invalidità civile
  • Con il 100% pensione d’inabilità

Pensione di inabilità civile: le novità per il 2022

La pensione di inabilità civile è una prestazione economica assistenziale concessa mensilmente dall’INPS ed è rivolta a tutte quelle persone inabili al lavoro e in difficoltà economica.

Si tratta di una forma di sostegno soggetta a limiti di reddito e dunque non è accessibile a chiunque. Come ogni anno, ci sono degli aggiornamenti importanti da non trascurare. Ecco quindi come sono variati gli importi, le soglie reddituali e come fare domanda.

La pensione d’inabilità civile è contributo economico erogato dall’INPS a tutti coloro che siano stati riconosciuti inabili al 100% in modo permanente e si trovino in stato di bisogno economico.

I requisiti per la pensione di inabilità nel 2022

La pensione di inabilità civile può essere concessa soltanto in presenza dei seguenti requisiti:

  • Invalidità al 100% riconosciuta dalla Commissione Medica INPS
  • Reddito inferiore alla soglia stabilita per il 2022 (050,42 euro)
  • Età compresa tra 18 e 67 anni
  • Essere cittadini italiani, stranieri comunitari con iscrizione all’anagrafe del Comune di residenza o stranieri extracomunitari con permesso di soggiorno da almeno un anno
  • Residenza stabile sul territorio nazionale

Al compimento dei 67 anni di età la pensione di inabilità si trasforma automaticamente in assegno sociale sostitutivo.

A partire da agosto 2020 sulla scorta della sentenza della Corte Costituzionale n. 152/2020 anche agli invalidi civili che abbiano un reddito personale non superiore ad € 8.583,51 e familiare non superiore ad € 14.662,96 è riconosciuto un incremento dell’importo mensile fino ad € 651,00.

ASSEGNO D’INVALIDITà

È una prestazione assistenziale riconosciuta ai cittadini italiani o agli stranieri con regolare permesso di soggiorno affetti da patologie che determinano una percentuale di invalidità dal 74% al 99% e titolari di redditi non superiori ai limiti previsti dalla legge. Tale beneficio è erogato dall’INPS per 13 mensilità.

Limiti di reddito e importi per il 2022

Per quanto riguarda gli importi mensili e le soglie di reddito, è utile dire che per l’anno 2022 sono stati revisionati e rimodellati gran parte degli importi dei benefici economici erogati dall’INPS.

Le cifre sono state modificate facendo riferimento all’ultimo aggiornamento ISTAT che prende in esame vari fattori socio-economici quali aspettativa di vita, costo della vita e spesa media degli italiani.

Di conseguenza, anche l’importo dell’assegno d’invalidità è stato aggiornato alla luce di queste rivalutazioni e per il 2022 è di 291, 69 euro.

Il reddito personale annuo non deve invece superare la cifra di 5010,20 euro. Per l’accertamento dei requisiti reddituali in fase di prima liquidazione si prendono in considerazione i redditi dell’anno in corso dichiarati.

Come presentare la domanda

Per usufruire della pensione di inabilità o dell’assegno d’invalidità l’interessato deve inviare apposita domanda per via telematica dal sito istituzionale dell’INPS. L’iter può essere abbastanza lungo ed è importante seguire questi passaggi:

  • Il medico curante deve inoltrare per via telematica all’INPS un certificato che attesti le patologie da cui è affetto l’interessato.
  • A questo punto è possibile inoltrare la richiesta tramite il portale web dell’INPS. Nelle varie schede dovranno essere inseriti dati anagrafici, eventuali ricoveri, attività lavorativa, dati reddituali e modalità di pagamento dell’importo.
  • L’interessato sarà sottoposto a una visita medica di accertamento presso la Commissione medica ASL di competenza. Se le condizioni di salute impediscono di recarsi personalmente a visita, è possibile richiedere una vista domiciliare.
  • L’iter si conclude con la ricezione del verbale sanitario inviato dall’INPS tramite raccomandata e/o PEC. Se l’esito è positivo, si avrà diritto alla prestazione riconosciuta e saranno liquidati anche gli importi arretrati per le settimane o mesi di attesa.
  • Se invece l’esito è negativo è possibile presentare ricorso innanzi al Tribunale territorialmente competente entro 6 mesi dalla data di ricezione del verbale.

Spesso nel verbale è indicata la data revisione. Ciò significa che l’invalido dovrà sottoporsi a nuova visita alla scadenza del termine indicato sul verbale ma attendendo in ogni caso la convocazione da parte dell’INPS.

Qualora invece le patologie si siano aggravate o ne siano insorte nuove si può fare richiesta di aggravamento, seguendo lo stesso procedimento suindicato.