Cosi peggiora la vita degli italiani

Risultati immagini per osservasalute immagini gratisI dati che fanno riferimento al 2015 parlano di una speranza di vita alla nascita più bassa di rispetto al 2014. Per la prima volta si nota anche che la distanza della durata media della vita di donne e uomini si sta riducendo anche se, comunque, è ancora fortemente a favore delle donne (+4,5 anni nel 2015 contro +4,9 anni nel 2011). Uno degli aspetti che fa riflettere è l’aumento del divario tra Nord e Sud dell’Italia, ché conferma le preoccupazioni legate al mancato raggiungimento dei Lea. Al Sud, e in particolare in Campania, si muore di più e il Sud dispone di minori risorse economiche, è gravato dalla scarsa disponibilità di servizi sanitari e di efficaci politiche di prevenzione. Per i meridionali viene registrata una mortalità decisamente prematura, sotto i 70 anni di vita. Ad esempio, nel 2015 un cittadino campano aveva un’aspettativa di vita inferiore di almeno tre anni rispetto ad un cittadino del Nord. Ad essere in continuo peggioramento sono anche gli stili di vita: si mangia e si beve troppo, con il risultato che aumentano sia l’obesità che le malattie del fegato. Nel 2015, più di un terzo della popolazione adulta è risultata in sovrappeso, mentre poco più di una persona su dieci è stata classificata obesa. I bambini e adolescenti di 6-17 anni in sovrappeso o obesi sono il 24,9%, con prevalenza nei contesti svantaggiati. Sbilanciato anche il rapporto tra coloro che fanno sport (il 33,3%, pari a 19,6 milioni) e i sedentari (che sono 23,5 milioni, pari al 39,9%). Altro dato allarmante è quello relativo al consumo di superalcolici. Nella foto scatta dal Rapporto Osservasalute si nota come si sia ridotta la percentuale dei non consumatori, mentre sia aumentato il numero delle donne consumatrici a rischio. Resta costante il numero dei tabagisti rispetto agli anni precedenti in cui si registrava un calo, nel 2015 si evidenzia un assestamento della quota dei fumatori. Il vizio è duro a morire tra i giovani: le fasce di età più critiche sia per gli uomini che per le donne sono quella tra i 20-24 e 25-34 anni. Si è registrato anche un forte aumento delle difficoltà psichiche con un conseguente aumento di consumo degli antidepressivi. Secondo i ricercatori il trend in aumento «può essere attribuibile a diversi fattori tra i quali, ad esempio, l’arricchimento della classe farmacologica di nuovi principi attivi utilizzati anche per il controllo di disturbi psichiatrici non strettamente depressivi (come i disturbi di ansia) e la riduzione della stigmatizzazione delle problematiche depressive».