Emergenza Coronavirus: indicazioni per l’assistenza ostetrica al parto vaginale

Una nuova circolare emanata dal ministero della Salute del 31 marzo 2020 da indicazioni per l’assistenza ostetrica al parto vaginale.

L’emergenza Coronavirus, fra le altre problematiche solleva anche quelle relative alla organizzazione della rete perinatale, relativamente alla gestione dell’infezione in gravidanza, alla possibile trasmissione materno-fetale dell’infezione prima, durante e dopo il parto, alla sicurezza della gestione congiunta puerpera-neonato e all’allattamento materno.

In linea con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 marzo 2020, “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale.” si ritiene utile richiamare l’attenzione sulle misure di prevenzione e contenimento da adottarsi, in particolare, per le donne lavoratrici in gravidanza, affinché venga garantita da parte delle imprese la modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza.

Le prestazioni del Percorso Nascita vanno garantite a tutte le donne, anche in questo periodo di emergenza, nelle settimane previste di epoca gestazionale, con l’obbligo di adottare tutte le disposizioni di sicurezza.

L’operatore che segue la gravidanza deve comunque favorire la possibilità di posticipare i controlli differibili al fine di ridurre al minimo i contatti, dandone evidenza documentale nella cartella clinica. Le donne in gravidanza sono in generale a maggior rischio di sviluppare infezioni delle vie respiratorie che possono avere evoluzioni severe e pertanto necessitano di una presa in carico appropriata nel momento in cui accedono alla Struttura sanitaria con sintomatologia respiratoria.

Il Pronto Soccorso ostetrico di ogni Punto Nascita deve prevedere un’area di pre-triage garantendo un luogo di isolamento (stanza con bagno) e personale sanitario dedicato formato – ostetriche e medici
ginecologi – dotato di Dispositivi di Prevenzione Individuale.

Il tampone naso-faringeo alla gestante per sospetto di COVID-19 deve essere effettuato in base alle
seguenti indicazioni:
a) insorgenza acuta di sindrome respiratoria associata a rischio per provenienza geografica, senza un’altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica;
b) qualsiasi infezione respiratoria acuta e con storia di contatto stretto con un caso probabile o confermato di COVID-19 nei 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi;
c) a tutte le donne gravide con quadro clinico suggestivo di infezione respiratoria che necessitino di ricovero ospedaliero, senza un’altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica. In particolare, per le gestanti ci si baserà sui seguenti criteri clinico/diagnostici: presenza di febbre ≥ 37,5°C e/o tosse e sintomi respiratori, ad insorgenza acuta, associati a dispnea, definita come: saturazione di ossigeno ≤ 95% e/o frequenza respiratoria >20 atti/minuto (criteri MEOWS), e tenendo, altresì, presente l’esigenza di considerare sempre l’identificazione precoce e la gestione della sepsi in ostetricia.

In rapporto ai limiti delle attuali conoscenze sull’infezione da SARS-CoV-2 in ambito materno neonatale e alla necessità di garantire sicurezza e continuità dell’assistenza alla donna gravida con percorsi dedicati e, quando possibile, la gestione congiunta di puerpera e neonato, con un razionale impiego delle risorse, si ritiene opportuno prevedere l’afferenza delle donne gravide positive, che necessitano di ricovero, esclusivamente ai Punti nascita (PN) Hub, ovvero Punti nascita(PN) di II Livello individuati da ciascuna Regione e Provincia Autonoma, tenendo conto dei bacini di utenza.