Fringe Benefit: i compensi non monetari per i lavoratori

I cosiddetti fringe benefits non sono altro che “compensi in natura” dati ai dipendenti, ovvero non erogati sotto forma di denaro. Tra quelli più comuni ci sono le polizze assicurative, i buoni pasto, l’auto aziendale, il telefono aziendale, il servizio mensa e tanto altro ancora.

Sono dunque dei benefici secondari o accessori che possono rispondere a differenti esigenze dei lavoratori di un’impresa. Inserire tali vantaggi nel piano welfare aziendale ha comunque un peso specifico, sia per quanto riguarda la motivazione che per gratificare i dipendenti tramite una ricca gamma di offerte.

Spesso le società si affidano ai fringe benefits per alleviare il carico contributivo e fiscale, in confronto a quello che si avrebbe con il pagamento di compensi monetari. Andiamo allora a capire nel dettaglio come funzionano i fringe benefits, quali sono e il trattamento fiscale a loro associato.

Cosa sono i Fringe Benefit?

I fringe benefits sono dei compensi di carattere non monetario che consistono nel mettere a disposizione del lavoratore dei servizi o beni materiali, senza però che vi sia alcun obbligo secondo norme di legge.

L’espressione fringe benefits proviene dall’inglese fringe (limite o bordo) e benefit (vantaggio) e si riferisce proprio al fatto di essere una retribuzione marginale o vantaggio indiretto. Tali benefici si possono inserire nel quadro generale delle categorie di retribuzione di tipo incentivante in quanto sono degli strumenti di valorizzazione della prestazione dei dipendenti.

Costituiscono quindi un’integrazione aggiuntiva al reddito e sono ritenuti un compenso in natura. A differenza però del welfare aziendale, per il quale l’esenzione contributiva e fiscale è subordinata al riconoscimento alla generalità dei lavoratori, i fringe benefits invece possono essere attribuiti al singolo dipendente in accordo con il datore.

È una forma di retribuzione che di solito è erogata soprattutto in favore di dirigenti, quadri e personale direttivo, ma volendo possono essere estesi senza limiti a lavoratori con mansioni di livello inferiore. È bene dire che tali vantaggi non concorrono alla formazione del reddito se complessivamente, nel periodo d’imposta, sono inferiori a 258,23 euro.

L’importo limite era questo fino ad agosto 2022, quando il suo valore è stato raddoppiato dal Decreto Aiuti Bis che ne ha alzato il tetto a quota 600 euro. Ulteriore modifica è stata poi eseguita con il Decreto Aiuti Quater, dove il massimale è stato spostato a 3000 euro. Tale misura però è stata in vigore fino a gennaio 2023, quando la soglia è tornata ai 258,23 euro.

Tra i fringe benefits più diffusi a favore dei lavoratori abbiamo:

  • Mensa aziendale
  • Auto aziendale
  • Buoni pasto/buoni regalo
  • Computer/telefono/tablet aziendali
  • Borse di studio per i figli a carico
  • Corsi di formazione professionale
  • Case in locazione
  • Prestiti agevolati
  • Rimborsi spesa
  • Sconti e convenzioni
  • Polizze di previdenza

Trattamento fiscale dei Fringe Benefit

Il trattamento fiscale per i compenti in natura è presente nell’articolo 51 del DPR n. 917/86 che prevede la creazione di una regola generale e la definizione del valore convenzionale di alcuni di questi beni in natura.

Inoltre, la determinazione di tali benefici agisce su un piano oggettivo e soggettivo. A livello oggettivo si evince che gli elementi da valorizzare sono composti da beni ceduti, da servizi forniti dal datore di lavoro e dal diritto di ottenerli da terzi. Sul piano soggettivo i beneficiari dei valori sono il dipendente, il suo coniuge e i familiari indicati nell’articolo 12 del DPR n. 917/86.

Le regole con le quali vengono poi valorizzati i diversi elementi si differenziano secondo la natura di questi stessi elementi. Una volta stabiliti i valori, è necessario verificare che questi concorrano interamente o meno alla composizione del reddito del lavoratore dipendente.

La tassazione dei fringe benefit è applicata soltanto quando si supera il margine di spesa, fissato alla già citata soglia dei 258,23 euro. Ciò significa che se per il lavoratore il limite è inferiore a tale cifra, non vengono applicate le imposte.

Se però il rapporto di lavoro si interrompe prima della fine dell’anno solare e il dipendente instaura un altro rapporto lavorativo, sarà necessario considerare anche i fringe benefits erogati dal precedente datore.

Le principali categorie di Fringe Benefit

Auto aziendale

Gli autoveicoli che il datore ha assegnato al dipendente per svolgere i propri compiti e in alcuni casi anche per uso personale, concorrono alla formazione del reddito in maniera forfettaria.

Per stabilire il valore si sceglie un ammontare del 30% dell’importo equivalente ad una percorrenza annua di 15000 chilometri calcolato secondo il costo chilometrico di esercizio (vedi tabelle nazionali ACI) e al netto di ciò che è trattenuto al lavoratore o da quanto erogato nel medesimo periodo d’imposta in cambio della possibilità di impiegare il mezzo per scopi personali.

Prestiti

I prestiti ai dipendenti, sia concessi dal datore che da terzi convenzionati, contribuiscono alla determinazione del reddito in modo forfettario. Per definire il valore si stabilisce un ammontare del 50% della differenza tra gli interessi calcolati al tasso ufficiale vigente al termine di ogni anno e gli interessi calcolati al tasso applicato agli stessi.

Questa regola si applica a tutti i tipi di finanziamento forniti dal datore e ai finanziamenti concessi da terzi con cui il datore abbia stipulato convenzioni specifiche.

Fabbricati in uso, comodato o locazione

I fabbricati dati in locazione, uso o comodato concorrono anch’essi alla definizione dell’imponibile per una cifra determinata calcolando la differenza tra la rendita catastale dell’immobile e ciò che viene corrisposto dal lavoratore (con versamento o trattenuta) per poter godere del fabbricato.

Se l’attribuzione riguarda più dipendenti, l’importo deve essere suddiviso tra gli utilizzatori in parti uguali o con riferimento alle parti di fabbricato assegnate a ognuno.

Buoni pasto

I buoni pasto rappresentano uno dei fringe benefits più comuni nelle aziende e generalmente vengono erogati a tutti i dipendenti. Hanno un valore incluso tra 2 e 15 euro e sono impiegati come servizio sostitutivo della mensa.

Naturalmente non sono convertibili in denaro o usati da persone differenti dal lavoratore, che invece li può utilizzare per comprare pasti pronti o generi alimentari nei negozi convenzionati.

I buoni pasto sono esenti da tassazione fino a 4 euro per i buoni pasto cartacei e 8 euro per quelli elettronici. Il limite è di 5,29 euro per buoni dati agli operai dei cantieri edili o ad unità produttive che non dispongono di servizi di ristorazione.

Telefoni, computer e tablet aziendali

Tale tipologia di fringe benefits è pensata specialmente per i lavoratori in smart working o che hanno bisogno di tali device per eseguire la propria attività lavorativa. Di solito, questi benefici sono concessi per un uso esclusivamente aziendale, ma in alcuni casi il dipendente ha la facoltà di farne un utilizzo promiscuo, ovvero sia per uso personale che aziendale.

Buoni carburante

Per l’anno 2023 i buoni carburante del valore di 200 euro sono cumulati ai 258,23 euro poiché costituiscono un benefit extra, diverso rispetto ai classici fringe benefits. Dunque, i beni offerti dal datore di lavoro possono raggiungere un valore complessivo di 458,23 euro (200 euro per uno o più buoni carburante e 258,23 euro per gli altri fringe benefits).

Il bonus può essere assegnato ad un solo lavoratore e non per forza a tutti i dipendenti dell’impresa. Eventualmente il lavoratore può decidere di convertire il premio di produttività monetario in bonus carburante.