Monitor e formazione contro le aggressioni ai sanitari

Nuove misure per contrastare gli episodi di violenza contro gli operatori sanitari. Gli ultimi casi di violenza sono avvenuti a Salerno all’ ospedale “S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona

Sul tema si è concentrato oggi il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto in prefettura dal prefetto Francesco Russo. I vertici provinciali delle Forze di polizia, il direttore generale dell’azienda sanitaria locale (Asl), il commissario straordinario dell’ospedale Ruggi, i presidenti rispettivamente dell’ordine dei medici e di quello degli infermieri di Salerno, e i rappresentanti dei sindacati di categoria, si sono confrontati su come contrastare il problema, che pone l’esigenza – manifestata dai rappresentanti sindacali – di una maggiore tutela per tutti gli operatori sanitari, soprattutto quelli più esposti a rischio perché impegnati in reparti di “front office” come i pronto soccorso, i dipartimenti di salute mentale, le carceri e le guardie mediche, o servizio di continuità assistenziale.

Le strutture sanitarie, la Asl e l’azienda ospedaliera Ruggi, stanno adottando misure di protezione del personale, che vanno dal “monitor dell’accoglienza” di prossima attivazione nel pronto soccorso del Ruggi – per consentire ai familiari dei pazienti presi in carico di seguire l’evoluzione del percorso dei propri cari, migliorando anche il rapporto tra medici, pazienti e famiglie – alla previsione di percorsi formativi mirati già in fase universitaria, per imparare il giusto approccio in situazioni di rischio aggressione in struttura.

Tra le altre misure individuate nell’ambito del comitato:

– il potenziamento dei servizi con nuove assunzioni, per ridurre i tempi di attesa;
– la regolamentazione degli accessi ai presidi ospedalieri nelle ore notturne;
– il monitoraggio degli accessi nelle ore di visita nei reparti ritenuti più “sensibili”.

In parallelo, sono già stati intensificati i passaggi di pattuglie delle Forze di polizia impegnate nel controllo del territorio, mentre è allo studio l’ipotesi di un collegamento diretto, “punto a punto”, tra ospedale e sale operative.